IL NATALE PER NOI CRISTIANI: UNA GIOIA STRAVOLGENTE!

L’anno 2020 rappresenta un’annata storica del tutto particolare per l’umanità. Quello che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo a causa della pandemia del Covid ha fatto tremare le fondamenta delle nostre case. Il Salmo 11 dice: “Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare? …Nel Signore mi sono rifugiato!”. Ecco qual’è stata e quale deve essere la forza di noi cristiani di fronte all’anno 2020 che volge al termine: rifugiarci nel Signore.
Ci viene incontro la storia del popolo di Israele che ha vissuto una simile esperienza alla nostra. Scrutiamo quindi la parola profetica di Isaia, all’inizio del capitolo 9, Prima Lettura proposta durante la Messa della Notte di Natale: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.” (Is 9,1)
Dio aveva promesso al popolo di Israele una Terra Promessa, dove scorre latte e miele, dove ci sarebbe stata l’abbondanza dei frutti della terra e avrebbe regnato la pace. Dopo l’insediamento nel luogo stabilito e benedetto da Dio, Israele ha vissuto l’esilio e la deportazione. Tutte le certezze furono sconvolte e la promessa di Dio pareva ormai ben lontana dalla realtà. Ecco perché Isaia dice che questo popolo camminava nelle tenebre, abitava in terra tenebrosa, era incapace di vedere la strada e non scorgeva la luce… Non stiamo parlando però di mesi, come è accaduto a noi con questa pandemia, ma di circa sei secoli, da quando l’impero assiro invase il regno di Israele attorno al 700 a.C.
In questi secoli di sofferenza ed esilio però non è mai mancata la speranza e la fiducia nelle promesse che Dio aveva loro fatto: dalla casa di Davide sarebbe nato un Salvatore, che avrebbe liberato finalmente il suo popolo! Alla luce di questi eventi storici potremmo affermare: un popolo senza speranza è un popolo ormai “perso” e sconfitto, ma se invece continua a sperare anche durante il cammino tenebroso e nella terra oscura, allora la luce non indugerà a venire.
Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia… Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle.” (Is 9,2.3) Ecco quindi il nostro Dio: una grande luce che rifulge nell’oscurità, una gioia contagiosa e sorprendente, un’esultanza che è propria di coloro che vengono liberati dalle catene dei loro oppressori.
Ecco il nostro Dio, che “decide” di venire nel modo più naturale e più umano possibile: “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio.” (Is 9,5)
Ecco il nostro Dio: un piccolo bambino neonato che “decide” di nascere nella mangiatoia di una casa, nell’ultimo e nel più umile dei luoghi di un’abitazione. Rallegriamoci dunque perché anche quest’anno Dio sceglie proprio la nostra casa per portare quella luce di cui ciascuno di noi ha bisogno.
Israele ha ricevuto questa promessa 700 anni prima della nascita di Cristo: “Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.” (Is 9,6) Israele ha creduto nell’adempimento di queste profezie e Scritture, ha perseverato nell’attesa della realizzazione di esse!
E noi come possiamo vivere questo Natale, se non guardando alla promessa già avvenuta 2000 anni fa, fissando l’attenzione e i nostri occhi su questo bambino, nato per noi?
Dio non è lontano, Dio è vicino, Dio è con noi, Dio è vivo, Dio è presente nella nostra vita e nelle nostre case, Dio bussa ancora oggi alle porte delle nostre abitazioni. Apriamo i nostri cuori ad una sua nuova venuta, poiché porta con sé una quantità smisurata di benedizioni e una nuova ventata di pace e di gioia che nessun altro può regalarci e offrirci.
Carissimi, vi invito ad accogliere anche quest’anno la buona notizia della nascita del Salvatore, l’unico Re di pace e di gloria che può portare una nuova vita e una nuova speranza a tutti noi.

Buon Natale!

 

p. Luca e i fratelli e sorelle della comunità di Strona