Corone a Strona – maggio 2018
L’istituzione del mese di maggio dedicato a Maria, in Occidente, non è molto antica, perché si tratta di una devozione rapidamente diffusasi e radicatasi nella pietà popolare verso la fine del XVI secolo.
Questa devozione infatti affonda le sue radici nell’usanza rinascimentale, secondo la quale gli innamorati si scambiavano omaggi cortesi proprio a maggio, quando la natura in fiore appare ricca di spunti e suggestioni per celebrare l’amore.
Il tentativo di superare gli abusi e cristianizzare queste feste, da parte di zelanti sacerdoti, apparirà come il nobile gesto di rivolgere l’omaggio della natura e dei cuori in onore di Maria, la creatura più alta e più bella tra tutte le donne.
- Il primo ad associare la figura di Maria con il mese di maggio, sembra essere stato il re di Castiglia e León, Alfonso X il Saggio (1284 †). Una sua “Cantigas” dedicata a celebrare le feste stagionali di maggio, vede nella devozione a Maria il modo per coronarle e santificarle degnamente.
- Suso di Costanza (1336 †) compose dei “saluti” con cui dedicava alla Vergine la primavera. A Parigi, nel XIV secolo la confraternita degli orefici, era solita portare il 1 maggio a Notre–Dame un “maio” una pianta, cioè, adorna di pietre preziose, emblemi e nastri.
- I primi accenni al mese di maggio si trovano nell’opera Maggio spirituale del benedettino tedesco Wolfang Seidl (1562 †) edito nel 1549 a Monaco di Baviera.
- Nel frattempo a Roma S. Filippo Neri (1596 †) era solito invitare i suoi ragazzi a compiere “ossequi” a Maria in questo mese, ornando di fiori le sue immagini, cantando le sue lodi e compiendo atti di virtù e mortificazioni.
- Nel 1677, il domenicano A. D, Guinigi, fonda a Fiesole una specie di confraternita chiamata “Comunella” che comincia a dedicare a Maria nel mese di maggio pratiche di devozione settimanali che, del 1701, diventeranno giornalieri.
- Sul finire del secolo si registra a Napoli nella Chiesa di S. Chiara e a Mantova in quelle di S. Nicolò e S. Maria delle Grazie, l’uso di onorare la Vergine con canti, pratica diffusasi anche in Germania.
- Nel 1692, infatti, il cappuccino L. V. Schneuffis, pubblica una prima raccolta di canti mariani per il mese di maggio.
- I veri ispiratori del mese di maggio vengono considerati tre gesuiti: A. Dionisi che, con il suo Mese di Maria, pubblicato a Verona nel 1725, lancia la struttura celebrativa del mese che comprende: meditazione, esempio, fioretto e giaculatoria; P. Latomia che, nel 1758, pubblica a Palermo un Mese di Maggio con una serie di meditazioni giornaliere di contenuto mariano. Il libro verrà tradotto da P. Dorè in francese e sarà il veicolo della diffusione del mese di maggio in Francia, Germania e Irlanda; A. Muzzarelli che pubblica nel 1785 a Roma “Il mese di maggio” che riprende le tematiche delle verità eterne e termina con la consacrazione a Maria. Il libro, che conobbe oltre cento edizioni, consiglia la pratica più a livello domestico che ecclesiastico – comunitario.
Nella prima metà del XIX secolo il mese di maggio è già affermato in tutta l’Europa e in America e si diffonde anche nei paesi di missione.
Viene indulgenziato da Pio VII (1815), Gregorio XVI (1833) e Pio IX (1859). Nello stesso secolo e nella prima metà del XX, sacerdoti e altri centri religiosi, parrocchie, santuari, cappelle ecc., vedono nel mese di maggio l’occasione propizia per cicli di predicazione, quasi un sostitutivo del quaresimale o appendice di esso.
Il magistero anche recente ha riconosciuto con vari documenti l’importanza della pia pratica per tutta la cattolicità.
Viene indulgenziato da Pio VII (1815), Gregorio XVI (1833) e Pio IX (1859). Nello stesso secolo e nella prima metà del XX, sacerdoti e altri centri religiosi, parrocchie, santuari, cappelle ecc., vedono nel mese di maggio l’occasione propizia per cicli di predicazione, quasi un sostitutivo del quaresimale o appendice di esso.
Il magistero anche recente ha riconosciuto con vari documenti l’importanza della pia pratica per tutta la cattolicità.