ECCO IL CENTRO DELLA NOSTRA FEDE: CRISTO Ė RISORTO!

Cristo è risorto! Carissimi, la Quaresima è stato il tempo forte che ci ha predisposti a vivere con intensità il Triduo pasquale, il quale si conclude con la grande domenica della Risurrezione, nella quale commemoriamo la vittoria di Gesù sulla morte, sul peccato e sul demonio.
È assolutamente importante che ogni cristiano arrivi a fare l’esperienza della vittoria che Gesù ha operato attraverso la Sua morte e risurrezione, perché tale vittoria appartiene ad ognuno di noi; non è solo la vittoria di Gesù, ma è la vittoria di Gesù che appartiene ad ogni cristiano, e quindi è anche mia, devo renderla totalmente proprietà mia e vivere intensamente tale vittoria.
Rinnoviamo quindi le nostre promesse battesimali in una nuova esperienza della risurrezione di Cristo. Questo ci fa arrivare a una interiore-concreta-esistenziale pace che il mondo non può dare e che costituisce lo stato di beatitudine, secondo quanto viene proclamato da Gesù nel capitolo 5 del Vangelo secondo Matteo.
Il saluto dei primi cristiani quando si incontravano era “Cristo è risorto!”, e si rispondeva: “È veramente risorto!”. Queste erano le parole di speranza che si scambiavano e condividevano. Non era però soltanto un saluto, bensì il contenuto kerygmatico della loro fede. Apparentemente non avevano buone ragioni per essere felici: essere cristiani significava emarginazione sociale, persecuzione, privazione della propria libertà di fede. La Pasqua ci ricorda proprio questo: è la resurrezione di Gesù l’evento decisivo, il più importante della nostra storia e di tutta la storia dell’umanità.
San Paolo dice ai Corinzi: “…se Cristo non è risorto, vana è la nostra fede.” (1 Cor 15,17)
Davvero Gesù Cristo è risorto: non si tratta di una favola, di un racconto inventato per tranquillizzare gli animi o per illudere le speranze delle persone.
Se io metto al centro della mia fede, al centro della mia gioia e del mio impegno di vita, la risurrezione di Gesù, allora si aprono prospettive del tutto nuove di vita, di rinascita, di nuova vita. Noi cristiani, discepoli e apostoli di Gesù, abbiamo questo incarico: tenere viva la fede nella resurrezione, come promessa e caparra per tutti.
Il saluto “Cristo è risorto!” è un’eredità ricevuta dai primi cristiani venuti alla fede, per la maggior parte testimoni oculari dell’operato di Gesù. Per questo vogliamo mantenere viva questa tradizione con questo saluto, che ci aiuta a credere e proclamare, soprattutto nei giorni in cui siamo tristi, scoraggiati, e senza la pace, che Dio può fare molto di più di quanto osiamo credere e pensare.
Se non lo proclamiamo noi cristiani, chi mai lo potrà fare? Il mondo non sa parlare di queste cose e si mette a ridere quando si parla di aldilà, di resurrezione, di vita eterna.
Salutarsi dicendo “Cristo è risorto!” non è quindi un’esaltazione religiosa o una fuoriuscita dalla realtà quotidiana, ma un semplice gesto di abbandono nelle mani di Colui che ha vinto la morte, perché la nostra fede possa essere sempre accesa e viva, proprio come lo era agli albori del cristianesimo.
Gesù Cristo è vivo anche oggi. Chi ha sperimentato tutto questo può dire che è vero.
Il Signore Gesù, nella domenica di Pasqua, 9 aprile 2023, vi riempia con tutta la Sua forza, perché voi possiate vivere in pienezza tutto ciò che ho scritto.

Tanti auguri e benedizioni speciali di Buona Pasqua a ciascuno di voi, nelle vostre case e nelle vostre famiglie!
p. Luca

CONDIVISIONE PASTORALE – DAL BOLLETTINO DI PASQUA 2023

Carissimi parrocchiani, vorrei condividervi con alcune righe ciò che sto vivendo in questo tempo nella mia vita pastorale.

Quando sono arrivato a Strona nel 2010 la nostra zona pastorale Vallestrona-Mortigliengo aveva ben 7 parroci per le sue 11 parrocchie; attualmente sono solo 3 i parroci che amministrano queste parrocchie, e come ben sapete 7 di esse sono amministrate da me (Strona, Veglio, Camandona, Callabiana, Mezzana, Soprana e Casapinta). In quanto vicario zonale da ormai 7 anni, ho “dovuto” accogliere l’amministrazione di quelle parrocchie dove alcuni sacerdoti ormai per motivi di età non potevano continuare nel loro ministero e l’anno scorso, dopo la salita al cielo del nostro caro don Renzo, ricevere le sue 3 parrocchie, in un modo molto repentino e senza alcuna consegna da parte sua, essendo peggiorata molto rapidamente la sua salute.
Non sono stato lasciato solo dalla diocesi, perché ho ricevuto il grande aiuto di due sacerdoti, don Elviro e don Fribin, insieme all’aiuto di don Carlo Maria e dei due diaconi Antonio e Mario che settimanalmente mi aiutano nelle liturgie.
La sfida non è stata facile, perché non si è trattato soltanto di garantire la celebrazione ordinaria delle S.Messe festive, di precetto e patronali, ma soprattutto di gestire contemporaneamente l’amministrazione di 7 parrocchie, garantendo la cura e la manutenzione di 7 chiese principali, di più di 30 oratori-chiesette frazionali parrocchiali, la gestione economica (contratti di energia elettrica e gas, riscaldamento a gas-gasolio-pellet), la gestione dei registri parrocchiali, e tutte le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria urgenti e da programmare. In più, in quanto vicario zonale, partecipo regolarmente agli incontri del clero zonale, del consiglio presbiterale e dei vicari zonali col vescovo.

La sfida per me non è stata soprattutto quella di riuscire a “risolvere e garantire” quanto scritto sopra, bensì di coniugare la mia prima vocazione religiosa, nel vivere la chiamata nella nostra comunità Koinonia Giovanni Battista, con la vocazione sacerdotale-parrocchiale. Infatti, come accade in tutti gli ordini religiosi, come i salesiani, i francescani, i padri di San Filippo, o altri ordini, la comunità religiosa, indipendentemente dalle attività parrocchiali, continua a vivere la propria vita religiosa comunitaria in convento e anche il proprio carisma con i laici.

Qui a Strona io sono ormai da 13 anni il superiore e responsabile della vita religiosa e comunitaria di 7 sorelle e 3 fratelli consacrati, che consiste in un preciso stile di vita “monacale” nella casa e areale parrocchiale con orari, preghiere e appuntamenti comunitari giornalieri, ma soprattutto la vita comune in ogni attività e pasti quotidiani. In quanto “pastore” della comunità presiedo a tutti questi incontri.

Inoltre, sono responsabile dei membri laici e famiglie appartenenti alla Koinonia Giovanni Battista dell’Oasi di Biella, presenti non solo nel Biellese, ma anche a Torino, Val d’Ossola, Lago Maggiore, Novara, Alessandria, Vercelli e altre parti del Piemonte, con cui ci incontriamo regolarmente ogni mese. Essendo responsabile di una della tante Oasi della Koinonia presenti in tutto il mondo, partecipo almeno 2-3 volte all’anno ad incontri formativi e organizzativi della comunità non solo in Italia, bensì in altre parti d’Europa e in Israele, dove vive da più di 15 anni la nostra comunità. Caratteristica principale della Koinonia Giovanni Battista è l’evangelizzazione, ecco perché mensilmente abbiamo incontri e corsi di evangelizzazione a Strona, a Torino e anche in altre parrocchie dove ci invitano, non solo in Piemonte, ma anche altrove. A fine aprile di quest’anno faremo una missione popolare con evangelizzazione in una parrocchia della Calabria.

Infine, da più di 30 anni sono responsabile del ministero della musica della nostra comunità, che in Italia si è concretizzato negli ultimi anni nel progetto musicale “Shout! Koinonia”, che è stato accolto dalla casa discografica cristiana “LA GLORIA” con cui collaboriamo attivamente. Questo comporta una serie di evangelizzazioni con il canto e la musica e partecipazioni a diversi incontri e iniziative di annuncio del Vangelo nella Koinonia e anche in altre comunità o parrocchie in Italia e all’estero. Nel mese di maggio avremo un’evangelizzazione con la musica nella nostra comunità a Belfast in Irlanda.

Potete capire che “la messe è molta, ma gli operai sono pochi”. Di fronte a questo sovraccarico di attività ho manifestato di recente al nostro vescovo Mons. Farinella la presa di coscienza che sarebbe opportuno “condividere” le responsabilità di queste 7 amministrazioni parrocchiali non solo trovando nuove forme sinodali coi laici, ma soprattutto con altri parroci, in modo tale da poter continuare il mio carisma di evangelizzatore nella Koinonia e riuscire nel contempo a seguire un numero di parrocchie “adeguato” al mio tempo e capacità.

Vi ringrazio per la pazienza e amore che mi dimostrate quando vi incontro… so di essere continuamente “in debito” e inadempiente verso tutti gli incarichi che mi sono stati affidati, ma confido in un aiuto concreto e pratico dalla diocesi per alleviare questa situazione. Nel frattempo vi chiedo di essere in comunione con me e con le parole dell’Apostolo S. Paolo ai Filippesi, capitolo 4, versetti 4-7: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù”.

Io benedico il Signore perché lo sento vicino, è la mia forza e non mi abbandona, conservo sempre nel mio cuore un grande zelo per la Sua Parola e sono sempre innamorato di Lui. Ringrazio il Signore per la comunità dei miei fratelli e sorelle che mi incoraggiano ad andare avanti e mi aiutano a sostenere tutti questi incarichi, ma soprattutto ringrazio il Signore per avermi donato un gregge dove ho trovato in voi amicizia, comprensione e consolazione.
Vi chiedo di farmi sapere se qualcuno di voi desidera mettersi a disposizione aiutandomi pastoralmente o in alcuni ambiti amministrativi-lavorativi parrocchiali, lo accoglierò con grande piacere e gioia, nell’attesa di un vicino nuovo cambiamento pastorale della nostra zona.

Con amicizia, p. Luca