Intervista al vescovo Mons. Farinella sulla Koinonia Giovanni Battista
Durante la festa patronale della Natività di Maria a Strona, avvenuta domenica 13 settembre 2020, p. Luca, parroco e pastore della Koinonia Giovanni Battista – Oasi di Biella, ha intervistato il vescovo di Biella, Mons. Roberto Farinella, ponendo domande e questioni relative ai suoi primi due anni di episcopato e all’inserimento e collaborazione della Koinonia nella sua diocesi. Ecco di seguito l’intervista:
P. Luca: Cristo è risorto! Buongiorno, carissimi amici, cari fratelli e sorelle, oggi è la giornata in cui noi, come parrocchia di Strona, abbiamo celebrato la Natività di Maria, nostro patrono, e per questa occasione abbiamo invitato il nostro vescovo di Biella – Monsignor Roberto Farinella, a cui diamo il benvenuto… benvenuto Eccellenza, è davvero un piacere essere insieme e anche che ci abbia donato del suo tempo per stare con noi.
Innanzitutto volevo ringraziarla per l’invito che ha accolto e per la sua presenza, e anche chiederle molto sinteticamente qual’è la sua esperienza in questo periodo di questi primi due anni nella Diocesi di Biella.
Vescovo: Intanto grazie a te, caro padre Luca, e con te grazie a tutta quanta la comunità per l’invito di oggi per poter presenziare e celebrare la Messa della Festa Patronale, in onore proprio della Natività della Beata Vergine Maria. È stato anche bello che io abbia avuto così modo di poter celebrare gli anniversari di matrimonio significativi di diverse famiglie, di diverse coppie.
Grazie per la vostra testimonianza, grazie anche perché mi date così l’occasione, forse è un po’ la prima volta in questi giorni che lo faccio, di pensare che tra pochi giorni, esattamente il 29 di settembre, sono esattamente due anni dalla mia consacrazione episcopale.
A questo proposito, grazie anche dell’omaggio che è giunto floreale, giunto al termine della Messa, che mi aiuta davvero a ringraziare il Signore e sentire proprio il vostro affetto, vostro accompagnamento, vostro e quello della Diocesi.
Per me il mese di settembre è un mese significativo, perché avvengono sia l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale avvenuta ventisei anni fa nel 1994 e l’anniversario dell’ordinazione episcopale avvenuta esattamente due anni fa nella festa dei Santi Arcangeli, San Michele, Santi Gabriele e Raffaele.
L’esperienza è davvero bella, quella del vescovo, e certamente quest’anno è stata contrassegnata da questo tempo così inedito e singolare che è stato quello dello sviluppo, che nessuno poteva prevedere, della pandemia. Ciò ha comportato, come sappiamo, tante conseguenze, tante sofferenze, sia a livello di tutta quanta la nostra gente ma anche proprio a livello pastorale.
Il lock-down aveva sancito la chiusura delle attività pastorali, la sospensione delle attività pastorali, e questo ha comportato anche per me un maggiore tempo per riflettere a quello che ci è capitato e a quello che ci è successo. Un po’ scherzando, ma realmente, ha aiutato anche proprio noi, vescovi, a sentire in maniera anche proprio collegiale una responsabilità su tutto quanto il popolo di Dio che ci è stato affidato. Per questo dalla Conferenza Episcopale Nazionale e poi dalla Conferenza Episcopale, quella regionale piemontese, sono state diverse le indicazioni, le note che giungevano… ma questo è a indicare anche proprio il desiderio di poter insieme cercare quello che è il bene, il bene maggiore per i fedeli.
Ecco, allora sono stati dati anche diversi suggerimenti, che abbiamo poi cercato di mettere in pratica, a iniziare dalla riscoperta della preghiera in famiglia. Questo è stato fatto mentre le celebrazioni si svolgevano, come si dice, “a porte chiuse”: la possibilità nelle famiglie di collegarsi e poi di poter pregare a livello familiare, domestico. Comunque, è stata una preghiera a livello di singoli con degli strumenti, dei sussidi, che ha aiutato proprio a riscoprire quella che è la nostra prima chiamata, alla santità nella preghiera, nel battesimo.
Allora qui voglio anche proprio ringraziare voi, la vostra testimonianza proprio come comunità, come fraternità, che tanto insistete sul poter riscoprire questi doni del nostro battesimo, dove vivere la fede e vivere ed avere una dimensione di santità. È un respirare a pieni polmoni il dono della fede e un farlo anche in maniera carismatica, cioè dove il carisma è il mettersi in ascolto di questo nostro tempo per manifestare questa vicinanza alle persone.
Questo tempo mi ha aiutato così a riscoprire questa collegialità, questa fraternità anche con i vescovi, e nello stesso tempo anche una maggiore vicinanza con i sacerdoti che, se non era fisica, lo è stato però a livello di telefonate, di incontri via streaming. Infatti le attività pastorali di presenza erano state sospese, ma è rimasto in piedi tutto quanto, ovviamente, l’anno pastorale.
Una delle decisioni più importanti che è stata presa, è stata quella di rinviare la celebrazione dell’Incoronazione della Madonna di Oropa che si sarebbe tenuta quest’anno, esattamente il 30 di agosto 2020. Non è stato possibile celebrarla proprio a motivo del contenimento della pandemia. Siccome è sempre stato un evento di popolo, si è pensato che non fosse possibile celebrare un evento così importante, così bello, significativo.
Anche gli stessi giovani si erano preparati per accogliere i giovani della regione attraverso questa iniziativa “In alto… a casa”. È stato allora deciso di rinviarla al prossimo anno come tante altre iniziative. Ugualmente però il giorno storico 30 agosto di quest’anno 2020 è stata riaperta al culto la grande Basilica Superiore di Oropa, che è finalmente completato questo monumentale Santuario, anche se il cuore del Santuario è la Basilica Antica dove c’è il sacello della Madonna nera.
Dal punto di vista pastorale il rinvio comporta allora che il nuovo anno pastorale 2020-2021 deve ben tenere conto di coniugare alcuni temi che già avevamo avuto modo un po’ di sviluppare sulla conversione pastorale, sul cambiamento. È stata un po’ anche la revisione del nostro modo di essere Chiesa, soprattutto dell’annunciare il Vangelo di Gesù Cristo, anche proprio con quanto abbiamo vissuto nell’ottica di quello che la Madonna di Oropa davvero ci ha aiutato a vedere e a realizzare.
Una delle immagini più ricorrenti nei giorni del lock-down è stata la foto con una infermiera o una dottoressa vicino all’effige della Madonna di Oropa, perché fu portata una copia della Madonna di Oropa nell’ospedale cittadino: questo gesto, proprio questo abbraccio tra questa donna, questa infermiera, dottoressa, e la Madonna di Oropa, è un atto di affidamento e di ringraziamento, ma anche proprio di sostegno che viene da parte della Madonna.
P. Luca: Grazie, davvero. Un’altra domanda che volevo farle riguarda il nostro inserimento come Koinonia nella diocesi di Biella già nel 2009 e l’accoglienza da parte del suo predecessore, Monsignor Gabriele Mana, vescovo di Biella. Egli ci ha accolto in un modo particolare come comunità, offrendoci l’amministrazione della parrocchia di Strona e successivamente di Veglio, che si vede in lontananza, di Camandona, di Callabiana. Di seguito, ormai quattro anni fa mi ha voluto come suo aiuto in qualità di vicario zonale di questa zona pastorale Vallestrona.
Siamo stati davvero accolti molto bene a braccia aperte e Mons. Mana ha sempre creduto che per vedere di che pasta è fatto l’albero, quindi la comunità stessa, bisogna guardare ai frutti che produce questo albero proprio nel tessuto ecclesiale.
Allora io chiedo anche a lei come è stata la sua esperienza in questi due anni con noi, Koinonia Giovanni Battista, e come lo vede questo inserimento?
Vescovo: Sì, devo dire proprio il mio grazie davvero al Signore per la vostra presenza, la presenza della comunità, della Koinonia Giovanni Battista qui nella nostra diocesi. Devo premettere che era una comunità che io non conoscevo, e dai miei trascorsi, arrivando oltretutto anche da una diocesi vicina, certamente ne avevo sentito parlare.
Devo dire proprio un grazie a voi, al vostro impegno, e anche per come vi siete inseriti sia nella realtà pastorale di queste parrocchie della vita pastorale di Strona, delle altre parrocchie ma anche proprio a livello diocesano.
Ho nel cuore anche la veglia che abbiamo fatto per le vocazioni qualche mese fa, in occasione della giornata del Buon Pastore, trasmessa via streaming, dove attraverso il canale streaming abbiamo raggiunto davvero anche più giovani oltre a quello forse che potevamo immaginare. La vostra testimonianza e il vostro canto ha davvero messo subito in moto una grande gioia, e anche una propria testimonianza.
Volevo chiedervi di continuare proprio con questo stile, perché la fede alla fine si annuncia proprio per contagio, e Papa Francesco ce lo ricorda a proposito
dei cristiani rinunciatari: sono i cristiani che si lamentano, che guardano le cose del mondo… come vanno. Da parte vostra invece si avverte proprio il dono, anche perché siete tutti giovani in comunità, che vivete cristianamente, cioè proprio nel dono del battesimo cercando la via della santità, volendovi bene, collaborando insieme.
Questo lo avvertono anche le parrocchie che hanno la gioia di ricevere il vostro servizio pastorale e la vostra testimonianza. Questo seme che il Signore ha voluto far cadere attraverso di voi e ha portato nella nostra diocesi, sta fruttificando e il Signore lo fa crescere.
Vi auguro davvero che la comunità possa continuare a crescere quindi nella nostra terra, nella nostra diocesi, ma possa crescere anche in tante parti del mondo dove già siete presenti, portando davvero questi frutti di Vangelo “buono”, di pane “buono”. Mi colpiva proprio che quando si parla nel Vangelo della moltiplicazione dei pani, del segno dei pani o anche a Cana del vino… c’è sempre questo aggettivo di “buono”. Perciò non è semplicemente un andare incontro alle esigenze dove manca il parrocco, ma fortunatamente c’è una comunità che supplisce, dei sacerdoti che suppliscono e insieme a te anche il padre Mirco… c’è stato il padre Olivier, e quindi non è solo un dare il pane per sfamare quella folla, ma è dare un pane “buono”, cioè che riempie anche proprio il cuore di gioia, di delizia, come cantiamo e come diciamo per l’eucaristia.
P. Luca: Grazie. Ho un’ultima domanda: noi adesso, in quest’anno, a causa, e dico sempre anche, grazie alla pandemia, abbiamo aperto una rubrica su YouTube che si chiama “LA TUA PAROLA”, una rubrica quotidiana che prima di tutto è rivolta alle parrocchie, ai nostri parrocchiani, ai membri della Koinonia.
Successivamente è stata aperta e divulgata a tutti, e seguita anche un po’ in tutta Italia o comunque da persone che parlano e ascoltano il Vangelo in italiano e vogliono quotidianamente nutrirsi della Parola e di un piccolo commento e preghiera.
Ecco, se può darci un’esortazione su questa via, e quindi a tutti coloro che ci seguono… un’esortazione di gioia, di entusiasmo, di speranza in questo tempo e infine accogliamo anche la sua benedizione.
Vescovo: Sì, grazie anche davvero per questo servizio che offrite. È stato forse anche per molti di noi, anche per me personalmente un po’ una riscoperta, nonostante il fatto che ero abituato a lavorare in mezzo ai media, soprattutto quelli della stampa, della carta stampata. La possibilità che offre l’entrare nelle case attraverso internet, e quindi il potersi collegare, ci aiuta davvero a far sì che il Vangelo sia come la rete che i pescatori calano nel lago, nel mare. Così anche proprio la Parola di Dio possa davvero entrare in questo mare che è poi la nostra umanità, e il compito che ha la rete è di poter aiutare proprio a raccogliere. La rete non è segno semplicemente di pescare, ma la rete è quindi anche proprio la rete mediatica, la rete fatta dal “buon” Vangelo, dalla predicazione, dalla testimonianza, ha il compito proprio di raccogliere.
In una parola: grazie, perché aiutate proprio così ancora di più a far sentire la presenza della Chiesa e a creare le condizioni perché la Chiesa possa crescere, possa diffondersi, e perché si possa sentire una comunità unita in questi giorni di comunione spirituale, di ascolto, di condivisione e di vita concreta della Parola di Dio.
Ecco allora di cuore vi ringrazio e invoco la benedizione su di voi e anche su quanti ci hanno ascoltato, su quanto si collegano e su tutta quanta la fraternità, la comunità, e su tutte le persone che abbiamo nel cuore. Sempre ricordiamo anche quelli che sono magari più nella sofferenza, nelle prove della vita, ma anche quelli che sono alla ricerca, perché anche tanti ragazzi, tanti giovani nel cuore abbiano un seme di felicità e possano davvero incontrare il Signore, possano incontrare anche la vostra giovialità, la vostra testimonianza di bene.